PHUKET, ADDIO !
Vi sono transitato soggiornandovi per qualche giorno diverse volte, usandola
soprattutto come base, ma trovandomi comunque bene in determinati frangenti,
principalmente per quanto concerne la logistica o le numerose comodità a
portata di mano, e chiudendo all'occorrenza un occhio, se non tutti e due,
in merito a specifiche prerogative, proprie di un certo tipo di turismo di
massa, che per gusti personali non mi appartiene.
Oggi, per quanto mi riguarda non è davvero più possibile, poiché ho
riscontrato una Phuket irrimediabilmente scoppiata, completamente satura,
una metropoli camuffata da isola, ed una città traslocata in una finta isola
del tutto priva di un'identità specifica, nella quale prevalgono traffico,
smog, incidenti, e criminalità a livelli più o meno alti, dove i thai si
distinguono per arroganza e scortesia, il costo della vita è generalmente
più caro rispetto al resto della nazione, i mezzi di trasporto sono in mano
ad una sorta di mafia locale, l'affluenza di turisti beceri, soprattutto
russi, ma attualmente anche cinesi, è marcata e preponderante, con tutto ciò
che ovviamente comporta grazie al loro sgraziato e volgare modo d'interagire
e porsi. Capofila dell'irrefrenabile ascesa del turismo in Thailandia,
Phuket ha completamente dissipato la propria identità, tracciando
verosimilmente anche in questo caso la scia che il paese si appresta a
seguire turisticamente, ovvero svendere la propria anima in cambio di facili
guadagni, pensando all'immediato senza pianificare il futuro, che un giorno
inevitabilmente busserà per chiedere il giusto conto.
Bnx
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