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  #11  
Vecchio 12-04-2007, 17.39.46
stenella
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: caviglie elefantine

È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
dalla faccia quel sorrisetto ebete e di pensare a come andavi forte in
quella bolina.


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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
dalla faccia quel sorrisetto ebete e di pensare a come andavi forte in
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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
dalla faccia quel sorrisetto ebete e di pensare a come andavi forte in
quella bolina.


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  #16  
Vecchio 12-04-2007, 17.39.46
stenella
 
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Predefinito Re: caviglie elefantine

È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
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Vecchio 12-04-2007, 17.39.46
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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
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Vecchio 12-04-2007, 17.39.46
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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
dalla faccia quel sorrisetto ebete e di pensare a come andavi forte in
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È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
dalla faccia quel sorrisetto ebete e di pensare a come andavi forte in
quella bolina.


Il resoconto serio su www.snipe.it


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  #20  
Vecchio 12-04-2007, 17.39.46
stenella
 
Messaggi: n/a
Predefinito Re: caviglie elefantine

È stata una bellissima regata col botto.
Il botto finale è stata la schiena di G. che è esplosa. Per colpa mia.

Siamo arrivati mercoledì notte. Abbiamo parcheggiato il furgone sotto la
capitaneria di porto e ci siamo risvegliati la mattina successiva
all’alzabandiera. Vento fortissimissimo. Secondo G. c’erano 25 nodi, per
me ce n’erano almeno 70.
Facciamo dei lavoretti alla barca. G. mette a posto il tangone, le sartie,
le cinghie. Io penso alle cose importanti e appiccico gli adesivi. Che poi
li ho messi pure storti e i porto-tedeschi guardavano la mia barca
ridendo. Come ti permetti brutta nana perizomata porto-tedesca? La mia
barca e’ bellissima.

Escono i 3 equipaggi polacchi. Esce anche un equipaggio italiano e tempo 1
oretta torna in porto con il muso lungo e una crocetta in meno.
Io aspetto che il vento cali. Esigo massimo 5 nodi. Che 6 son gia’ troppi.
G. smania per uscire. Cedo e usciamo che tanto il vento è in calo.
Con tutte le vicissitudini di quest’inverno era da un bel pezzo che non
uscivo in barca. Mi mancava.

Facciamo qualche virata. Poggiamo e sparo il tangone. Lo sparo con una
potenza supersonica e spacco tutto. Cioe’ non spacco proprio tutto…
semplicemente avevo fatto male la gassa e mi si è infilato il cimino
dentro. Cacchio. Tangone inutilizzabile.

Rientriamo in porto prima che il vento cali del tutto.

Andiamo al porto nuovo a portare delle vele a dei clienti di G.
simpaticissimi. Si sono autocostruiti una barca su cui vivono e con cui
faranno il giro del mondo. Ma uno che si autocostruisce una barca da dove
inizia? Qual è il primo pezzo? Qual’ è la prima vite?
Fatto sta che su questa barca hanno pure la lavatrice. E io a casa mia non
ce l’ho. In pozzetto hanno un sacco di fiori e ceste di frutta fresca.
Voglio mettere anche io un bel vaso di peonie sullo snipe.

Venerdi iniziano le regate. Ripariamo rapidamente il tango e usciamo per
le regate. C’e’ pochissimo vento. Poco persino per me. Tutto è nuovo. Non
sono mai andata in deriva e anche i percorsi sono diversi.
Io conoscevo solo i bastoni.
Qui possono farci fare bastoni (W: bolina poppa bolina poppa bolina),
oppure triangoli (T: bolina lasco lasco bolina lasco lasco bolina), oppure
il percorso olimpico (O: bolina lasco lasco bolina poppa bolina). So gia’
che faro’ casino. Gia’ ho i miei problemi che bisogna lasciare la boa a
sinistra e non a destra e ci si mettono pure loro a incasinarmi i percorsi…
Segnale di partenza con vento penoso. Regata annullata per supercippa.
Rimaniamo a ciondolare sotto un bellissimo sole che è bello per la prima
mezz’ora, dopo ti fa venire un mal di testa insopportabile.
Pipi’. Non c’e’ il bugliolo ovviamente. Di sventolare le mie chiappe al
vento non ci penso nemmeno. Mi butto in acqua modello otaria californiana.
Vantaggi del neoprene. Poi mi stendo ad asciugarmi al sole, sempre piu’
reincarnazione dell’otaria.

Finalmente alle 4, proprio quando sarei pronta per la merenda, che ho
comprato dei biscotti ringo che sembrano buonissimi, si parte! E non è che
con questa brezzolina noi siamo proprio tra i primi… insomma… sbagliamo un
pochino… non riusciamo a fare camminare la barca e finiamo 8. che a me
andrebbe anche bene, solo che G. attacca una pappardella su come siamo
andati male che mi fa passare persino la voglia di mangiare i ringo.

Sabato il vento è ancora meno, e in piu’ c’e’ la corrente (questo lo
scrivo perche’ me l’hanno detto, io non me ne ero accorta). Nella prima
prova G. che è bravo prende il bordo giusto e arriviamo 5. io passo tutto
il tempo sottovento e mi rendo conto di essere decisamente
sovradimensionata per la mia barchina… ma se ci va il bro allora ci vado
pure io!
La seconda prova va male. Arriviamo 10. brutto.

Di sera mi strafogo alla cena dello yacht club. Roger arriva con una
inaspettata colomba e mi mangio tutta l’ala destra. O era il sedere?

Domenica mattina finalmente c’e’ il vento. G. è felicissimo che sopra i 15
nodi inizia a divertirsi. Io sopra i 15 nodi inizio a farmela addosso.
Delle 2 prove non ho capito proprio niente. Gia’ di solito ho dei
gravissimi problemi di comprendonio, appesa alle cinghie per delle
interminabili boline, aggrappata con le mani alla scotta che ancora adesso
mi fanno male le dita, con le caviglie gonfie come quelle di una
vecchietta con problemi di circolazione, G. mi chiede come stiamo andando
e mezza morta gli urlo NON VEDO NIENTE!!! E mentre urlo mi arriva un’onda
in faccia e bevo pure. Quello che ho capito è che di bolina facevamo poca
prua ma andavamo come delle schegge. Di poppa invece ho fatto di tutto e
di piu’. Alla prima strambata ho stortato il tangone perche’ gli ho fatto
prendere una legnata indicibile contro lo strallo. Poi non riuscivo ad
alzare e ad abbassare la deriva. G. mi ha dovuto aiutare e gli è esplosa
la schiena. Alla fine del primo lasco ***** a chiodo la base e il
cunningham per prepararmi per la bolina. Uops mi ero dimenticata che non è
un bastone ma un olimpico. Meno male che non avevo abbassato sta deriva se
no non la tiravo piu’ su da sola con il timoniere acciaccato!
Dopo i disastri in poppa di nuovo una bella bolina con i quadricipiti che
chiedevano pieta’ e poi altri laschi pasticcioni. Finiamo 6.

Voglio andare a casa che mi fanno male le gambe, ma non posso cedere!

Altra prova. Bolina, lasco lasco bolina e la giuria suona l’arrivo ma non
espone bandiere per accorciare il percorso. Inganna cosi’ alcuni equipaggi
ma noi no che siamo furbiiiiiiiiiisssimi! finiamo 4.
Il belga scuffia per avere mancato le cinghie in virata. A me questa cosa
non accadra’ mai. Ora che mi rimetto in cinghia passano dai 10 ai 20
secondi, con tutta calma. Io non scuffiero’ mai!

In classifica generale siamo 7 su 19. possiamo solo migliorare! Spero…

Torniamo a casa distrutti. G. con la schiena a pezzi, io con la mia dose
massiccia di antibiotici.

Strana la vela. Anche se sei mezzo morto non puoi fare a meno di toglierti
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