[RECE] Uzbekistan, solo testo, seconda parte
Domenica 15 giugno 2008:
Poco dopo le 8 del mattino lasciamo Termez e saliamo verso i Monti Hissar, continuando a seguire le tracce del passaggio di Alessandro Magno, fino alle cosiddette “Porte di Ferro”, fortificazioni al confine tra Battriana e Sogdiana, fatte erigere dal conquistatore macedone (e ancora in uso in epoca kushana e poi medievale) e che sono ancora quasi completamente da scavare. Il luogo è di grandissima suggestione: un “nido d'aquila” di rocce scure e terra rossa, sullo sfondo smagliante di un cielo azzurrissimo. Non è affatto difficile lavorare un po' di fantasia e immaginare le fortezze che secondo diverse fonti si trovavano qui e che furono espugnate dai più agili e astuti tra i soldati di Alessandro... Intorno all'ora di pranzo, arriviamo a Shakhrisabz, la “citt* verde” che diede i natali a Tamerlano. Nel primo pomeriggio visitiamo, nel complesso funerario del Dorut Tilyavat, quella che avrebbe dovuto essere la sua tomba, se non fosse improvvisamente morto di polmonite, in pieno inverno, a Samarcanda. Non prima, però, della “sosta d'obbligo” davanti ai resti del monumentale portale d'ingresso del suo palazzo d'estate, l'Ak Saray. Come vuole la tradizione, una giovane coppia di sposi si fa fotografare davanti alla statua dell'Emir Tamur. Di lì a poco, visitiamo il Kok Gumbaz (“cupola blu”, 1438), la Moschea del Venerdì fatta costruire dal nipote di Tamerlano, Ulugbek, con il suo delizioso cortile pieno di fiori e alberi. Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda prendiamo la strada in pianura, che passa da Qarshi e dalla quale si scorgono le ultime propaggini del Pamir. Arriviamo a destinazione nel tardo pomeriggio e scendiamo all'Afrasiab Palace Hotel, proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir (1401), che sar* piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran calura del giorno. Lunedì 16 giugno 2008: La mattinata è dedicata alla scoperta del sito di Afrasiab, l'antica Marakanda, capitale della Sogdiana, dove, in un impeto d'ira, Alessandro uccise il compagno Clito. Abbiamo trovato di grande interesse il museo annesso alle rovine, che conserva, tra gli altri reperti, i frammenti di squisiti affreschi risalenti al VII sec. d.C. e provenienti da una residenza del re Varkhuman. Subito prima di pranzo, visitiamo ciò che resta dell'osservatorio di Ulugbek, all'interno di un incantevole giardino pubblico. Nel pomeriggio, è la volta dei monumenti più significativi della Samarcanda timuride: dalla magnifica necropoli del Shahi Zindah (XIV-XV sec.), alla grandiosa ma fatiscente Moschea del Venerdì, Bibi Khanym (fine XIV sec.), voluta da Tamerlano in onore della consorte cinese, al celeberrimo Registan (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, è tutto un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di decorazioni sontuose... Dopo cena, ammiriamo il Registan dall'alto, dal bar al 7° piano del nostro albergo. Domani ci attende l'escursione in Tagikistan... Martedì 17 giugno 2008: Nel giro di un'ora e mezza circa varchiamo la frontiera tra Uzbekistan e Tagikistan. Nutik, la nostra guida uzbeka, non ha potuto ottenere il visto e quindi rimarr* a Samarcanda. Appena messo piede in Tagikistan, incontriamo le nostre due guide locali, che non parlano l'italiano. Il problema è che – incredibile ma vero – il dr. Rossi non parla inglese... Vengo prontamente cooptata come “interprete ufficiale” (“once an interpreter, always an interpreter”, apparentemente:-)), mentre percorriamo la bella valle dello Zerafshan in direzione di Penjikent, dove visiteremo i resti dell'antico insediamento sogdiano. Ma a pochi chilometri dal confine, ci fermiamo per una visita fuori programma al sito preistorico di Sarazm, fiorentissimo centro commerciale dell'Et* del Bronzo. Fra i ritrovamenti più importanti, a sottolineare l'importanza economica e politica di Sarazm, si registra quello di una tomba principesca, dove erano stati sepolti una ragazza di circa vent'anni (una principessa, appunto) dall'opulento corredo funebre, e altre due persone più o meno sue coetanee, probabilmente dei servitori. Il minuscolo museo conserva bronzi, ceramiche, utensili, armi e gioielli di notevole raffinatezza, di fattura locale o importati a Sarazm dai quattro angoli del continente asiatico (mentre venivano esportati oro e argento), a ulteriore conferma del suo ruolo di primo piano nella rete di scambi commerciali attiva tra il 4° e il 2° millennio a.C. Intorno a mezzogiorno raggiungiamo i resti dell'antica Penjikent. Resti che si trovano in posizione sopraelevata, con i monti Fan e Turkestan a fare da sfondo, e il grande fiume giù in basso. Anche qui non possono mancare le tracce di un tempio zoroastriano e quelle di una cittadella, un tempo collegata al resto dell'abitato da un ponte in legno. Gli affreschi riportati alla luce in epoca sovietica, così come altri importanti reperti, sono conservati nei musei di Tashkent e di San Pietroburgo. Nel piccolissimo museo in situ sono esposte foto a grandezza naturale di alcuni di questi affreschi e qualche reperto di minor rilievo. Il Museo Rudaki (intitolato al grande poeta persiano, di cui Penjikent rivendica i natali), nella parte moderna della citt*, è chiuso per lavori di ristrutturazione. Dovrebbe riaprire in settembre. A met* pomeriggio torniamo in Uzbekistan, per una delle visite senz'altro più interessanti del viaggio, quella al sito di Kafir Kala (Fortezza degli Infedeli, VI-XII sec. d.C.), nel villaggio di Bogev, nella verdissima Valle di Gunt, ricca di vigneti, poco a sud di Samarcanda. Il motivo di questo interesse è presto detto: a Kafir Kala sta scavando un'équipe dell'Universit* di Bologna, diretta dal ravennate Simone Mantellini. E' davvero un'emozione indescrivibile stare ad ascoltare le sue spiegazioni, percepire la grande passione che nutre per il suo lavoro... Dalle sue parole, più ancora che da ciò che abbiamo davanti agli occhi, vediamo emergere i molteplici strati della fortezza, ripercorriamo la sua storia secolare. Per la prima volta in vita nostra, le mani che ci mostrano alcuni incantevoli reperti riportati alla luce durante gli scavi più recenti (v. relative foto) sono proprio quelle che li hanno trovati! Per saperne di più sugli scavi in corso a Kafir Kala: [url]http://www3.unibo.it/Archeologia/Uzbekistan/progetto_archeo_sub5.htm[/url] Mercoledì 18 giugno 2008: Lasciamo Samarcanda e ci dirigiamo verso ovest, lungo la Valle dello Zerafshan. Oltrepassata Navoi, in tarda mattinata arriviamo alle remote Gole del Sarmysh. E' un luogo davvero molto bello, pieno di verde e di ... incisioni rupestri (ne sono state censite circa tremila, che vanno dal Neolitico all'Alto Medioevo): grandi bovidi, stambecchi, scene di caccia e di culto, figurine armate... Quando il caldo si fa insopportabile, mi rifugio all'ombra di un albero, dove scorre un limpido ruscelletto. Per pranzo, facciamo un picnic in un boschetto a qualche chilometro dalle Gole. Squisiti gli spiedini cotti sulla brace! Credo che non dimenticherò mai, dell'Uzbekistan, il gusto dei pomodori, delle albicocche, delle ciliege... Una vera delizia! Intorno alle 17 arriviamo alla citt* santa di Bukhara, dove alloggeremo all'Hotel Asia, di fronte alla Maghoki-Attar, la più antica moschea dell'Asia Centrale (XII sec.). Bukhara di notte rester* sicuramente come il ricordo più prezioso di questo viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata! Le sue moschee e madrase immerse nella luce perlacea della luna piena o flebilmente illuminate da rari lampioni. o che si rispecchiano nella grande vasca del Lyab-i-Hauz. L'apparizione improvvisa, fiabesca, davanti ai nostri occhi del Poi-Kahlian, la dolcezza dell'aria... Gianluca e io camminiamo piano, in silenzio, mano nella mano, assaporando ogni istante di questo sogno chiamato Bukhara... Giovedì 19 giugno 2008: Le visite del mattino iniziano con un grande capolavoro degli inizi del X secolo, il mausoleo di Ismail Samani, mirabile edificio scampato miracolosamente alle devastazioni mongole. Al di l* degli alberi, si intravvedono uno dei pochi tratti delle mura di epoca shaybanide e una porta ricostruita, detta Talli-Pach. Pochi passi ci separano da un altro mausoleo, il Kashma-Ayub (“Fonte di Giobbe”). Al suo interno è allestita una piccola mostra sull'antica rete idrica cittadina. In un paio di minuti, il pullman ci conduce fino all'Ark, la cittadella regale abitata continuativamente dal V secolo al 1920 (allorché venne bombardata dall'Armata Rossa). Al suo interno visitiamo il museo archeologico (troviamo chiuse, però, le sale dove sono conservati i reperti provenienti da Varakhsha, sito che visiteremo l'indomani), il vasto cortile dove avevano luogo i ricevimenti e le incoronazioni, e la Moschea del Venerdì. Lasciata la cittadella, raggiungiamo a piedi il sublime complesso timuride Poi-Kahlian, dove svetta il simbolo stesso di Bukhara, ovvero il minareto fatto erigere nel 1127 dal re karakhanide Arslan Khan, fiancheggiato dalla moschea Kahlian Jummi (1514) e dalla madrasa Mir-i-Arab, anch'essa cinquecentesca. Tornando in albergo, percorriamo i vivaci bazar coperti, nei quali i tappeti, prevedibilmente, fanno la parte del leone, tra le merci esposte. Nel pomeriggio ci spostiamo verso est, fino al villaggio di Kasri Orifon, dove sorge il mausoleo di Bakhautdin Naqshband, haut-lieu del Sufismo e meta di pellegrinaggi da tutta la regione di Bukhara. Naqshband visse nel XIV sec., ma il vasto complesso che ospita, nel cortile principale, la sua semplice tomba, è stato costruito – a varie riprese – tra il XVI e il XX secolo. Vi sono attualmente in corso lavori di restauro. Tornati in citt*, percorriamo a piedi il dedalo di viuzze tra Pushkin e Hoja Nurabad e visitiamo il Char Minar (“Quattro Minareti”). Si tratta del corpo di guardia di una madrasa del 1807, scomparsa da tempo. I cosiddetti minareti sono, in realt*, torri decorative. Risaliamo in pullman, che ci riporta nella zona del nostro albergo, dove visiteremo la gi* citata Maghoki-Attar (“Pozzo dell'Erborista”), che ospita un piccolo museo del tappeto. In un angolo della moschea (che fino al XVI secolo veniva utilizzata anche come sinagoga), scavi hanno riportato alla luce le vestigia di un tempio zoroastriano del V secolo e di un tempio buddhista ancora più antico. Intorno al Lyab-i-Hauz e alla sua vasca del 1620, ombreggiata da gelsi che hanno più o meno la stessa et*, sorgono la madrasa (ex-caravanserraglio) e la khanaka di Nadir Divanbegi e la madrasa di Kukeldash. Il tutto forma un insieme molto gradevole, se si tenta di ignorare i più vistosi aspetti da “trappola per turisti”. Ridateci i vecchietti che giocavano a scacchi, per favore! ********** (Continua) |
Re: [RECE] Uzbekistan, solo testo, seconda parte
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
Re: [RECE] Uzbekistan, solo testo, seconda parte
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
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> Essendo i passi di montagna chiusi ai pullman, per raggiungere Samarcanda > prendiamo la strada in pianura[/color] ...beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi... :-)))) [color=blue] > proprio di fronte al mausoleo di Tamerlano, il Gur-Emir > (1401), che sar piacevolissimo visitare subito dopo cena, per poi > riposarsi su una delle panchine del cortile, con le fronde degli alberi > appena smosse da una leggera brezza, deliziosamente fresca dopo la gran > calura del giorno.[/color] ...bellissima atmosfera. [color=blue] > al celeberrimo Registan > (XV-XVII sec.), complesso monumentale dalla straordinaria armonia, tutto > un trionfo di forme imponenti, di ceramiche dai colori accesi, di > decorazioni sontuose...[/color] Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ? [color=blue] > problema che - incredibile ma vero - il dr. Rossi non parla inglese...[/color] ....ragazzi, questo un mito. :-)) [color=blue] > Bukhara di notte rester sicuramente come il ricordo pi prezioso di > questo > viaggio: ne sono rimasta a dir poco folgorata![/color] Grazie :-) Corrado |
Re: [RECE] Uzbekistan, solo testo, seconda parte
CB wrote:
[color=blue] > ..beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi...[/color] Della serie "be grateful for small favours", eh?:-))) [color=blue] > Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi > come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ?[/color] E' sicuramente una piazza bellissima, ma la citt* nel suo insieme mi ha un po' delusa (forse avevo aspettative troppo alte)... [color=blue] > Grazie :-)[/color] Grazie a te e buona serata, Carla |
Re: [RECE] Uzbekistan, solo testo, seconda parte
CB wrote:
[color=blue] > ..beh, almeno sta volta, il Rossi non ve l'ha fatta fare a piedi...[/color] Della serie "be grateful for small favours", eh?:-))) [color=blue] > Se penso a Samarcanda penso al Registan. Quasi > come se da solo valesse il viaggio. E davvero cosi ?[/color] E' sicuramente una piazza bellissima, ma la citt* nel suo insieme mi ha un po' delusa (forse avevo aspettative troppo alte)... [color=blue] > Grazie :-)[/color] Grazie a te e buona serata, Carla |
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